• image0 Alla scoperta di territori ...
  • image1 ... custodi della memoria del passato ...
  • image2 ... attraverso culture e tradizioni ...
  • image3 ... tramandate nel tempo ...
  • image4 ... dove si custodisce la memoria antica ...
  • image5 ... e si respira ancora la Storia.

Quei popoli del Nord

un viaggio nei Comuni di:

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  • Arnesano

    Alla fine del secolo XII Arnesano viene citato in un documento come casale e fa parte della contea di Lecce. Sullo scorcio del XIII secolo è infeudato dal conte di Lecce ai Caracciolo, che lo tennero fino al 1346.
  • Carmiano

    Insieme a Magliano, oggi sua frazione, fece parte della contea di Lecce a partire dal XII secolo. Nel 1448 i padri Celestini di Lecce acquistarono il casale del principe di Taranto e lo tennero fino agli inizi dell’800.
  • Copertino

    Nel 1190 Spinello delli Falconi ne divenne feudatario; nel 1268 Carlo d’Angiò donò Copertino e la sua contea a Gualtieri di Brienne. IL secolo XIII vide susseguirsi le famiglie Prato e i Sanseverino. Il castello, del 1540, racchiude l’alto mastio angioino, eretto su fortificazioni di probabile epoca sveva, ed altri vani del braccio Nord precedenti al XVI secolo, chiamati “castello vecchio”. Vi si avvicendarono diverse famiglie  dai Brienne  agli Enghien, ai Chiaromonte, ai Castriota Scanderbegh, ai marchesi Pinelli, ai Pignatelli.
    La chiesa Collegiata, intitolata alla Madonna della Neve, fu voluta da Goffredo nel 1088, rifatta nel 1235 e ampliata successivamente da Manfredi di Svevia che la dotò di numerosi privilegi elevandola a basilica. La facciata a capanna, è caratterizzata dalla presenza di archetti pensili, appartenuti alla prima costruzione medievale
     Sulla  provinciale Copertino-Nardò si conserva la chiesa del complesso architettonico di Santa Maria di Casole, fondato , come leggenda vuole, nel 1040 dopo il ritrovamento sul posto di una immagine dipinta della Vergine. Di sicuro alla data del 1274, in loco, vi erano dei monaci basiliani, la cui presenza è attestata da alcuni documenti. La attuale configurazione della chiesa si deve ad una ricostruzione cinquecentesca mentre il convento, occupato dai francescani, dopo un lungo periodo di abbandono e vandalismo post-soppressione murattiana, si riduce ai giorni nostri a pochi ruderi.
    La cripta di San Michele Arcangelo, allocata presso la masseria "Monaci" a sud-est di Copertino è una struttura che risale al 1314, epoca in cui regnava Roberto D’Angiò e il casale di Copertino faceva ancora parte dell’area ellenofona salentina. Come si evince dall’iscrizione dedicatoria posta al suo interno e rilevata per la prima volta nel 1982 dallo studioso Andrè Jacob, questa laura fu costruita per "devozione del cavaliere Sourè, di sua moglie e dei suoi figli"e fatta affrescare "dalla mano di Nicola e di suo figlio Demetrio da Soleto". La costruzione dell’ipogeo, avvenuta due secoli dopo la persecuzione iconoclasta, dovette assolvere non solo funzioni cultuali, ma anche quelli di sicurezza in epoca in cui il territorio veniva funestato da scorrerie piratesche e da bande di mercenari sicchè, nel momento del pericolo, monaci e fedeli potevano trovarvi rifugio.
  • Leverano

    L’antico casale, distrutto dai Saraceni nel IX secolo, conobbe una forte ripresa sotto i Normanni e poi con gli Svevi. A partire dal XII secolo Leverano farà parte della contea di Copertino seguendone le sorti. Secondo la tradizione, Federico II nel 1220 avrebbe fatto costruire un’imponente torre, ancora oggi visibile nel paese, a difesa dell’abitato, quale vedetta e baluardo dell’entroterra. Di pianta quadrangolare, alta circa 28 metri termina con un coronamento a beccatelli. L’ambiente interno voltato a botte ogivale, un tempo suddiviso in tre piani con soffitti di legno, presenta lateralmente una particolarissima scala a chiocciola a doppia spira che si sviluppa nell’anima della muratura per tutta l’altezza della torre. Raggiunto il primo livello,  la crociera dai costoloni bicromi denota il gusto orientale delle architetture ducentesche del  Meridione d’Italia, realizzata con l’alternarsi di conci in tufo e pietra leccese molto simile al coevo portico dei Cavalieri Templari di Brindisi. Deliziose foglie d’acanto intagliate finemente ornano i capitelli delle colonne di un caminetto ricavato nella muratura.