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Atto III: Tancredi da Lecce

atto 3

L'incredibile vicenda del conte Tancredi da Lecce .

Tancredi d’Altavilla, figlio naturale di Ruggero duca di Puglia, primogenito di Ruggero II ed erede diretto, perciò in linea di successione al trono alla morte del padre, veniva investito della contea di Lecce intorno al 1161.
Secondo una consolidata tradizione locale, Tancredi avrebbe trascorso i primi anni della sua fanciullezza presso sua madre,  la contessa Sibilla figlia di Accardo II signore di Lecce,  nel palazzo leccese, per apprendere "gli esercizi cavallereschi" e per sottrarsi ai "corrotti costumi siciliani".
La nascita da un matrimonio mai celebrato viene rinfacciata a Tancredi, la cui ascesa al trono, negli ultimi anni della dinastia (1190-1194), è dichiarata vera e propria usurpazione. Una vicenda personale abbastanza tormentata, quella del conte, per la mancata legittimazione da parte del padre, che di fatto, lo escluderà dalla legittima successione al trono.
Vive da orfano che non ha mai conosciuto il padre e all’interno della propria famiglia viene isolato e messo ai margini, conosce anche l’esilio in Grecia conseguente alla ribellione a Guglielmo I, re di Sicilia dal 1154 al 1166.
Durante il regno del cugino Guglielmo II è condottiero nelle campagne militari nell’oriente mediterraneo. Tancredi quindi è in contatto con le diverse culture presenti nel bacino mediterraneo e di queste attua negli edifici a lui riconducibili una sublime sintesi formale e decorativa. Un esempio illuminante è la chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo, edificio ultimato nel 1179, assurto da subito a modello-guida per l’architettura della Terra d’Otranto.
Alla chiesa pose mano, dopo circa dieci anni dalla presa di possesso della contea, con un programma architettonico che risponde ad una specie di auto raffigurazione esprimendo chiaramente il suo potere politico.
Inoltre la chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo con la sua ricchezza di motivi latini, islamici, bizantini, fusi in un armonioso equilibrio architettonico e iconografico sembrerebbe essere sorta per accogliere le spoglie di Tancredi, se ciò non è avvenuto dipende dalla damnatio memoriae conclusa con la dispersione dei suoi resti asportati dal sarcofago dove erano stati riposti nella cattedrale di Palermo.

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"Sulla Via del Salento, Atto III (Tancredi da Lecce)" regia di Giulio Neglia.
Anno di Produzione 2011 (con i fondi della Comunità Europea e Regione Puglia, in co-produzione con OMICRON s.r.l. nell’ambito del progetto "Percorsi Normanno-Svevo-Angioino Progetto Minas".
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